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Approfondimenti (662)

La Cappella Sistina

La Cappella Sistina, già "Palatina". E' stata inaugurata il 15 Agosto del 1483, il Pontefice in quel periodo era Sisto IV. Morirà pochi mesi dopo, nel 1484. Venne celebrata una messa solenne per l' inaugurazione. Saprete bene che non era come la vediamo oggi, pensate che se oggi possiamo ammirarla ricca di tanta bellezza, lo dobbiamo ad un evento diciamo..."terreno". Proprio così, un cedimento del terreno del Colle Vaticano nella primavera del 1504, fece inclinare la Cappella, con la Volta danneggiata da una gigantesca crepa. Bisognava intervenire per sistemare quella immensa area; avremmo visto una volta stellata all' epoca, autore del lavoro Piermatteo d' Amelia. Nel frattempo tre Papi si sono succeduti, ora guida la Chiesa Cattolica Giulio II, nipote di Sisto IV. Giuliano Della Rovere, così si chiama prima di essere eletto Papa Giulio II, è un eccezionale ed intelligente mecenate, vuole il meglio...incaricherà per il rifacimento della volta il migliore, anche se i loro rapporti erano sempre stati burrascosi. Dicevamo, incaricherà Michelangelo, che in quel periodo era già affermato, avendo lavorato nella Firenze dei Dè Medici. Passerà qualche anno prima che la Cappella più importante della Cristianità nel mondo, vedesse l' inizio dei lavori. 10 Maggio 1508 la data. Termineranno nel 1513. Michelangelo si fece aiutare nell' impresa titanica, non dimentichiamoci che parliamo di più di mille metri quadrati di superficie, da pittori delle migliori botteghe Fiorentine dell' epoca. Il gran maestro tornerà dopo molti anni a lavorare in questo luogo, per realizzare la parete del Giudizio Universale. Parliamo del 1535. Più di venti anni dopo. Ad Maiora...

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Michelangelo Buonarroti

Sta per finire questo Marzo anomalo, definiamolo particolare. Vogliamo dedicare questa giornata allo scultore, pittore, poeta ed architetto che nacque a Caprese Michelangelo, Comune Italiano di mille e quattrocento anime in Provincia di Arezzo. Michelangelo Buonarroti. ( 6 Marzo 1475/18 Febbraio 1564 ) Inizieremo con tre opere, che sicuramente tutti voi conoscete; " La Pietà " 1497/1499, la prima commissione per un giovane di appena ventitrè anni, l' unica opera firmata dal maestro. Incise la fascia che tiene il mantello della Vergine, questo perchè sentì alcuni uomini attribuire il merito di tale meraviglia a Cristoforo Solari, scultore Lombardo. Il " Mosè " 1513/1515, scultura marmorea che si trova nella Basilica di San Pietro in Vincoli; fa parte dell' opera statuaria per la tomba di Papa Giulio II. Piazza del Campidoglio 1534/1538, un rifacimento completo che vide Michelangelo, su commissione di Papa Paolo III, adoperarsi per abbellire uno dei punti nevralgici di Roma. Uno dei Sette Colli. Il Campidoglio. Insomma, un grande personaggio della storia dell' arte e di un periodo storico, il Rinascimento Italiano. Tutto questo, mentre un altro protagonista della navigazione e dell' esplorazione, faceva una delle più grandi scoperte geografiche a cavallo tra il XV ed il XVI Secolo. Stiamo parlando chiaramente di Cristoforo Colombo e la scoperta delle Americhe. (1492) 
Ad Maiora...

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Poesia da Pasquino

A Roma oltre ai Sette Colli, abbiamo le sei statue parlanti...la più famosa è Pasquino, ma non sono da meno Marforio, Madama Lucrezia, Abate Luigi, il Babuino ed il Facchino. C' è una vecchia usanza nella città eterna; dei messaggi scritti dal popolo verso chi governa, che può essere il Pontefice oppure il Ministro degli Interni. Spesso sono componimenti poetici. In questi giorni sulla statua di Pasquino, a due passi da Piazza Navona, nel cuore di Roma...è comparsa questa.

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Il torrino del Quirinale

Stiamo sorvolando il Palazzo del Quirinale, ci troviamo sull' omonimo colle, uno dei sette Colli di Roma. Quello che vediamo è il " Torrino " della residenza ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana. Un tempo vi abitarono i Pontefici. Trenta ebbero questo privilegio. Dal 1870 Palazzo Reale, infine dal 2 Giugno 1946 Sede Presidenziale. La bandiera svetta alta su questa costruzione, anzi...le bandiere. Partiamo dal tricolore, sei metri per quattro le misure, ventiquattro metri quadri che conferiscono il record per grandezza a questa bandiera. Accanto quella della Comunità Europea, dall' altro lato abbiamo quella " Presidenziale "...se è issata in alto vuol dire che il Capo dello Stato Sergio Mattarella è in sede, nel palazzo stesso oppure potrebbe essere anche nella tenuta di Castel Porziano, insomma è nella Capitale, se invece al contrario la vedete in basso, vuol dire che è in corso una visita al di fuori del territorio Nazionale, magari per incontri diplomatici o altro. Infine il meraviglioso orologio, a differenza degli altri segna soltanto sei ore, questo vuol dire che le lancette nell'arco di una giornata fanno il giro completo per quattro volte. Fantastiche residenze romane, nella nostra magica ed eterna città. Ad Maiora...

conosciAmo Roma

 
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I gatti di Roma

I nostri amici a quattro zampe. I gatti di Roma, una presenza sempre crescente nei Siti Archeologici della città eterna. Li menzioniamo anche in un modo di dire, sapete perchè?
Fanno parte del nostro " Diario di bordo ", raccontati da Riccardo. Ad Maiora...

Le colonie feline di Roma

Roma è la città eterna. Roma è la culla di tanti amichetti pelosi. La simbiosi che si è creata tra i fantastici monumenti Capitolini ed i piccoli felini, ormai è una testimonianza chiara; li troviamo nei Siti Archeologici di maggior interesse, tanto per citarne alcuni, gli scavi di Largo di Torre Argentina, nel Cimitero Acattolico, all’ ombra della Piramide Cestia, con bellissime casette “archeologiche” lungo le Mura Aureliane, nel Cimitero Monumentale del Verano, nel quartiere di San Lorenzo. Insomma, il gatto ormai fa parte della nostra vita quotidiana. Uno degli ultimi censimenti felini, ha rilevato che su tutto il nostro territorio, sono più di centoventimila i gatti presenti. Capite bene che non è facile fare una stima, il numero è in continuo aumento, senza contare che questi sono quelli “ufficiali”, quanti saranno quelli al di fuori di questo conteggio? Insomma, si può parlare senza ombra di dubbio, di un “Patrimonio Bioculturale”, un bene proprio della Capitale d’ Italia, di cui si prendono cura più di quattrocento colonie feline, dislocate su tutta Roma, dalle più grandi come può essere quella menzionata prima di Largo di Torre Argentina, ad altre comunque sempre organizzatissime come quella di Porta Portese sulla Via Portuense, dove vengono accuditi e coccolati circa duecentocinquanta micetti. Su tutto un altro versante, parliamo di Villa De Sanctis sulla Via Casilina, nel multietnico quartiere di Tor Pignattara, giocano felici e curati Mascherino, Trilly e Casimiro, già dai nomi si capisce che sono delle birbe; zompettano e giocano accanto al Mausoleo di Elena, la mamma dell’ Imperatore Costantino, magnifico Sito Archeologico adiacente un'altra meraviglia che vi consigliamo vivamente di visitare, le Catacombe di Marcellino e Pietro. Come dicevamo prima, sembra veramente che la bellezza della nostra città, vada di pari passo con la custodia di questi piccoli amici, una sinergia che richiama turisti da tutto il mondo. Non è una novità per noi, che vi raccontiamo spesso dei ritrovamenti di statuine raffiguranti gatti, dentro luoghi sacri, uno su tutti, il Tempio di Iside e Serapide. Immagini sacre, che vedevano già nell’ antichità questo animale come un simbolo importante da venerare, da accudire, amare. Una testimonianza ancora visibile di un ritrovamento Egizio, la trovate in Via della gatta, traversa di Via del Plebiscito. Va ad arricchire la struttura già bellissima di suo, di Palazzo Grazioli. Accudire ed amare dicevamo, proprio come facevano le amministrazioni Comunali fino ad una certa epoca. Torniamo indietro di qualche anno, il primo cittadino di Roma era Ernesto Nathan ( 1907/1913 ). Alle colonie feline veniva fornita una quantità giornaliera di cibo per gatti, parliamo di trippa, acquistabile a buon mercato, ma che aveva comunque un costo per le casse Comunali; tanto per cambiare, in quel periodo, nella città eterna due problemi assillavano i governanti, una crisi economica non da poco ed un alto numero di topi in giro per la città. Ernesto Nathan, pensò che si poteva unire l’ utile al dilettevole; risparmio quotidiano per il Comune, seppure la spesa fosse minima, ed un incentivo affinchè i gatti andassero alla ricerca dei roditori. Niente più forniture alle suddette colonie feline. Ne uscì un vero e proprio proclama dalle stanze Capitoline, tanto che ancora oggi ne facciamo largo uso di questo modo di dire…” Non c’ è trippa pè gatti! “. Da quel giorno non sappiamo se la crisi cessò, sicuramente i felini presi dalla morsa della fame, andarono un pochino di più alla ricerca dei poveri ed invadenti topolini.

R. L.

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I nostri eroi

Dalle case dei nostri eroi, direttamente nelle vostre di case. In questi giorni Maurizio e Riccardo sono impegnati più che mai a creare articoli per farvi compagnia. Divisi come non mai, ma uniti dalla meravigliosa passione per la città eterna. Loro restano a casa, fatelo anche voi...per il vostro bene, per la salute di tutti. Ad Maiora gente.

#noirestiamoacasa

P. S. 
Torneranno più simpatici, allegri, forti e preparati di prima. 
Un abbraccio forte a tutti!!!

conosciAmo Roma

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Trastevere

E' uno dei ventidue Rioni di Roma. Il più esteso. Una volta veniva definita la Ripa Etrusca. Al di la del fiume sacro...
Ce lo racconta Maurizio. Ad Maiora...

Rione Trastevere

Trastevere che fantastico Rione. Ma cos’è Trastevere, intanto il nome stesso lo identifica geograficamente, è quella parte del territorio di Roma che è “ al di là “ del Tevere, dal latino “ Trans Tiberim “; si perché all’atto della fondazione di Roma la città si estendeva nella zona dei mitici 7 Colli ( Campidoglio, Palatino, Aventino, Esquilino, Viminale, Quirinale e Celio ), dall’altra parte del Tevere c’era la “ Ripa Etrusca “ e cioè il Trans Tiberim. I primi romani lo occuparono militarmente per proteggersi dalle eventuali invasioni etrusche che potevano venire proprio da quella parte; occuparono l’altura alle spalle di quel territorio a cui i romani dettero il nome di “ Ianiculum “ (Gianicolo) appunto perché rappresentava una “ porta “ uscendo dalla quale si usciva dal territorio di Roma, ricordiamo che il Dio Giano era il Dio “ bifronte “ cioè con due facce che guardavano in due parti opposte, ed era, quindi, il Dio che proteggeva gli incroci, le porte e dal quale deriva il nome del mese di Gennaio, appunto perché è il mese di “ confine “ tra il vecchio ed il nuovo anno.
Inizialmente i romani costruirono, appunto per scopi difensivi, un unico ponte di collegamento al Trans Tiberim, il ponte Sublicio, fatto con assi di legno, da qui il nome “Sublicio”, che potevano essere smontate facilmente a fronte di una minaccia nemica, il mito di Orazio Coclite è legato a questo ponte e al tentativo etrusco di invadere il territorio di Roma. Pian piano, durante la Roma Repubblicana, nel territorio di “ Trastevere “ vennero deportati i prigionieri che Roma faceva durante le sue battaglie e, soprattutto, prigionieri provenienti dalle zone del Medio Oriente. Fu così che troviamo vari culti orientali svilupparsi nel nostro territorio, troviamo anche prigionieri provenienti da Gerusalemme dopo le guerre in quel territorio del I Sec. a.C.
Proprio qui troviamo le prime Sinagoghe di Roma, ed ecco perché la più antica presenza ebraica fuori dalla Palestina è a Roma. Altra curiosità del nostro territorio è che essendo fuori dal pomerium, il confine sacro della città di Roma, qui venivano eseguite le condanne a morte degli schiavi o dei cittadini non romani che si macchiavano di pene gravi, ed è a Trastevere, zona del Vaticano, che venne crocifisso San Pietro. Il vecchio territorio di Trastevere non è come lo conosciamo noi oggi, ma andava dalla zona dove oggi c’è ponte Marconi fino a Castel Sant’Angelo, comunque la presenza dell’ aristocrazia romana nel territorio è accertata, Giulio Cesare si era fatto costruire una villa nel territorio prospicente l’attuale gazometro, la famiglia degli Anici aveva proprietà in zona. 
Alla caduta dell’Impero romano Trastevere si popolò di artigiani e di persone che lavoravano per la struttura portuale di Ripa Grande, è, quindi, sempre stato un territorio abitato dalla povera gente, poche erano le famiglie arrichitesi con il commercio che vi abitavano; da Ripa Etrusca passiamo alla Ripa Romea, chiamata così perché i pellegrini che visitavano i luoghi sacri di Roma sbarcavano al porto di Ripa Grande. Fu papa Sisto V che nel 1586 decise di creare il Rione Borgo staccando, quindi, quel territorio da Trastevere; il tutto rimase inalterato fino all’unità d’Italia quando si decise di costruire la via del Re, l’attuale viale Trastevere, per mettere in comunicazione la costruenda stazione Trastevere con il centro di Roma, nella stessa occasione si costruì ponte Garibaldi e via Arenula; la costruzione di viale del Re comportò la distruzione delle vecchie case di Trastevere e si snaturò completamente il Rione, che comunque rimane una delle più belle zone di Roma ricca di storia, di leggende e di ….popolo

M.G..

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L' inquinamento a Roma

Si produce molto in questo periodo in casa conosciAmo Roma. Alla fine di questa nostra "Stagione della vita ", avrete una bella notizia, siamo certi che a tantissimi di voi piacerà moltissimo, a noi piace molto. Intanto se volete, il nostro Riccardo ci racconta qualcosa sulla nostra amata città eterna. Buona lettura. Ad Maiora...

L' inquinamento nell' antica Roma

Se siete convinti che ora stiamo combinati male con lo smog, con il riscaldamento globale, toglietevi dalla testa che i nostri avi se la passassero meglio! Anzi...
Passeggiando per le strade di Roma, alziamo la testa e ci rendiamo conto che una cappa di fumo sta quasi per coprire il blu del cielo, il bianco delle nuvole. A proposito, ci troviamo nel primo periodo del II Secolo d. C. nel periodo di maggior espansione della popolazione. A guidare la città era l' Imperatore Traiano. Il fumo aumenta, non riusciamo a resistere; seguiamo la scia per vedere da dove proviene. Arriviamo ad imponenti e maestose Terme. Non entriamo subito, bisogna fare un po di fila, per fortuna non si paga molto, anzi...si paga pochissimo, veramente alla portata di tutti, infatti sono sempre molto frequentate. Uomini, donne, bambini, quest' ultima categoria però non paga, così come i soldati che entrano gratis. Ma perchè seguendo la scia di fumo siamo arrivati fino a qui? Non ci crederete, sotto le terme, un vero e proprio mondo sotterraneo, dove quotidianamente, vengono bruciate quantità indicibili di legna; centinaia di schiavi, sono addetti ad attizzare il fuoco, mantenerlo vivo, perchè quelle fiamme penseranno a riscaldare gli ambienti come il "Calidarium" o i "Laconica", grandi sale dove il vapore arrivava fino a 60°. Delle vere e proprie condotte in muratura, faranno arrivare quel piacevole calore, negli ambienti così amati dai nostri avi. Entriamo, anche noi vogliamo usufruire di tanta meraviglia, con imponenti costruzioni adibite a grandi sale di relax; il primo ambiente che troviamo davanti a noi è uno spogliatoio, c'è la fila, alcuni non ne hanno bisogno, il loro schiavo penserà ad accudire i vestiti, tutto quello che potrebbe essere rubato; già...anche nell' antica Roma si rubava! Questo servizio si paga un po più caro dell' ingresso, la sicurezza ha il suo costo. Apodyterium, così si chiama questo ambiente che ci siamo lasciati alle spalle. Ora veniamo colpiti da una grande piscina dove tutti si rilassano, parlano, fanno affari; è un luogo d' incontro, quasi nessuno nuota, primo perchè l' acqua non è molto alta, secondo perchè i romani non erano dei grandi nuotatori. Ci troviamo nella "Natatio". Uno dei primi luoghi che si incontrano entrando alle terme, una grandiosa piscina scoperta circondata da pareti in marmo policromatico. Ci sono anche bellissime statue, ogni ambiente è rifinito ed esalta il fasto romano della Roma Imperiale. Siamo circondati da centinaia di persone, nelle ore di punta si arriva ad avere anche duemila persone nei vari saloni e piscine.
Da una finestra il nostro sguardo vola fuori, viene colpito dalle scie di fumo che sono diventate ancora più imponenti, una gran via vai nei sotterranei, uomini impegnati nel trasporto di legna che renderà piacevole il nostro soggiorno. La legna viene usata per scaldare, per creare vapori acquei, per illuminare con il fuoco, per cucinare le pietanze. E' un materiale di primissima necessità, anche se in città in alcuni momenti l' aria è veramente irrespirabile. E' il prezzo da pagare, un giorno forse ne pagheremo il conto a madre natura, un giorno...chissà.

R.L.

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Passeggiando per il Ghetto

Siete pronti? Oggi si va a passeggio con il nostro "Oracolo"...Maurizio per chi ancora non lo conoscesse, ma nutriamo forti dubbi in merito! Tutto il mondo conosce colui che conosce tutta Roma! L' aria è tersa, la temperatura ottimale, allora forza , gambe in spalla e...buona lettura.

Passeggiando per il ghetto

Siamo nel Rione Sant’Angelo, ho appena finito di estasiarmi davanti al grandioso portale d’accesso del portico di Ottavia. Dall’antica descrizione del ghetto, mi aspetto di trovarmi in un dedalo di viuzze su cui insistono edifici fatiscenti ed invece, vedo edifici del XIX Secolo e vie abbastanza larghe su cui domina la Sinagoga. Ma il vecchio ghetto che fine ha fatto? Partiamo dall’inizio: la comunità ebraica di Roma è la più antica al di fuori della Palestina, i primi ebrei a Roma furono portati come prigionieri dopo le guerre condotte da Pompeo in Palestina a metà del I Sec. a.C. e vennero stanziati a Trastevere dove costruirono le prime Sinagoghe; in seguito, tra il XIII ed il XIV Sec. - migrarono nel Rione Sant’Angelo. La comunità ebraica fino agli inizi del XIII Sec. non ebbe problemi di convivenza con il resto della popolazione, ma tutto cambiò con l’elezione di Innocenzo III Lotario dei conti di Segni che convocò il IV concilio lateranense nel 1216 e sancì che “ gli Ebrei viventi nei paesi Cristiani portino come contrassegno una rotella di stoffa gialla cucita sulla parte sinistra del petto”. Da quel momento per la comunità ebraica iniziò un lunghissimo periodo di persecuzioni. Altra data cardine fu il 1555, anno in cui il Papa Paolo IV Carafa che con la bolla ‘ Cumnimis absurdum ‘ (…‘ Poiché è oltremodo assurdo…’ ) creò un territorio di ristrettissime dimensioni, abitato esclusivamente da ebrei conosciuto come ‘ Serraglio degli ebrei ’. Poi, dalla zona di Venezia limitrofa alla fonderia in cui si effettuava la gettata di metallo fuso e più precisamente il territorio dove vivevano gli ebrei veneziani, nasce il termine ‘ghèto’ che arriverà a noi come ‘ ghetto ’.
Il Pontefice ordinò che il serraglio avesse solamente tre porte d’ingresso, aperte dall’esterno, controllate dalla guardie pontificie. Le condizioni di vita erano disagiate al massimo, non c’erano i muraglioni del Tevere cosi ché le case prospicienti al fiume, erano in balia delle piene, a differenza di chi abitava verso il portico d’Ottavia più tutelato. La vita all’interno era comunque molto dura,tanto da portare alcuni pontefici a costruire altre porte di accesso e, con grande magnanimità anche una fontana subito al di fuori del serraglio ( quella che oggi vediamo spostata a piazza delle 5 scole ), a cui si poteva attingere acqua. Altra crudeltà che gli ebrei fronteggiavano tutelandosi con tappi di cera per le orecchie, era l’imporre loro di ascoltare la messa il sabato, nelle chiese limitrofe al ghetto che erano San Gregorio ai quattro capi, Sant’Angelo in Pescheria e il tempietto del Carmelo, il tutto fino al 1870, anno in cui con l’annessione di Roma, venne distrutto il fatiscente ghetto e venne urbanisticamente creata la zona che vediamo oggi. Nel 1904 è inaugurata la bellissima Sinagoga.

M.G.

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La stazione Termini

Maurizio e Riccardo ci fanno compagnia in questi giorni, più che mai. E' la volta del Presidente, che ci racconta una sua avventura tra realtà e fantasia. Proviamo a sognare un po, a dispetto di tutto quello che stiamo vivendo...

In partenza dalla Stazione Termini

Roma non è una città come tutte le altre. Anche quando stai per partire, anche quando hai pochi minuti prima che parta il tuo treno, ti fermi e ti guardi intorno. Che meraviglia! Ci troviamo accanto alle antiche Terme romane di Diocleziano; iniziata la costruzione alla fine del III Secolo, furono inaugurate il 306 d. C. Lo sapete vero, che la Stazione Termini, ha preso il nome proprio dalle vicine Terme di Diocleziano? Servivano i quartieri Esquilino, Quirinale e Viminale ed erano frequentatissime dal popolo. Un intero quartiere venne sbancato, per edificare questa meraviglia che ricalca la forma delle Terme di Caracalla, che a loro volta erano simili a quelle di Traiano; non come grandezza, di gran lunga superiori queste di Diocleziano, erano circa il doppio come vastità dell’ area. Come molti dei monumenti romani che ancora oggi ammiriamo, subirono purtroppo lo stesso attacco e trattamento. Nel corso dei Secoli vennero usate come cave di materiali per costruire altri edifici, si riutilizzavano i pregiati materiali, in altri siti; rimase nella storia il comportamento di Papa Sisto V, che devastò nel vero senso della parola gran parte della struttura, per riutilizzare marmi ed altro, nella costruzione della sua Villa sull’ Esquilino. Parliamo degli anni che andavano dal 1586 al 1589. Non è una novità per noi; quante volte vi abbiamo raccontato dei veri e propri saccheggi di materiali pregiati, da parte di grandi famiglie nobiliari, vedi i Barberini che vengono nominati nel famoso detto “ Dove non arrivarono i Barbari, arrivarono i Barberini “. Anche lo stesso simbolo di Roma, l’ Anfiteatro Flavio…il Colosseo, una volta era completamente rivestito di travertino, poi usato per abbellire altre costruzioni di Pontefici che venivano eletti, anche la maestosa Basilica di San Pietro in Vaticano rientra in questa lista. Torniamo nelle nostre bellissime Terme, ora in parte visitabili…anche entrando nella vicina chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri; pensate un po, qui vi sareste trovati nel “Frigidarium” della struttura, la zona fredda. Per i lavori di adattamento a chiesa, fu chiamato un grande artista dal nome antisonante…Michelangelo.
Era il 1560 quando si decise al riuso di questo ambiente. Dopo pochi anni, Michelangelo Buonarroti morirà. ( Roma 18 Febbraio 1564 ). Noi ora usciamo, il nostro treno sarà sicuramente partito, ma che importa, prenderemo il prossimo, avendo ancora negli occhi e nella mente tanta bellezza, meraviglia, arte. Roma non è una città come tutte le altre.

R.L.

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