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Approfondimenti (662)

Manca poco al 21 Aprile...

Ma voi lo sapete che tra una settimana esatta la nostra meravigliosa Roma compirà 2773 anni. Già perchè il 21 Aprile del 753 a. C. inizia il periodo "Monarchico" che durerà fino al 510 a. C. Dal 509 arriverà la fase Repubblicana. Rimanendo insieme ai nostri "Sette Re di Roma", fu Romolo a fondare la città; in realtà furono i primi quattro Re a gettare le basi della città eterna, con le usanze e tradizioni che tutti noi conosciamo. Ultima curiosità. Romolo fu il primo Re, ma fu anche il fondatore "Eponimo", dando cioè il suo nome alla città. Il 753 a. C. nasceva Roma. La città eterna. Ad Maiora...

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Quando...

"Quando"
Quando torneremo a passeggiare per la nostra meravigliosa città, ricordiamoci che il Colosseo è un anfiteatro; che è stato costruito soltanto in otto anni,72 d. C. /80 d. C. Ingloba nella facciata duecentoquaranta archi, ottanta a piano. Quando andremo in visita ad Ostia antica, troveremo dei grossi contenitori a volte interrati; servivano a mantenere cibi molto apprezzati dai nostri avi, alimenti come frutta secca, olive, ma prevalentemente vino, si chiamano "Dolia"...quando saliremo sul Colle Campidoglio, uno dei sette colli di Roma, sede amministrativa degli uffici Comunali, troveremo una gigantesca statua equestre di Marco Aurelio; non è l' originale, quella si trova dentro gli adiacenti Musei Capitolini, ed è completamente in bronzo, una delle poche opere che si salvò dalla fusione per un motivo ben preciso, si pensava rappresentasse Costantino, personaggio sacro, da rispettare. Infine la lupa Capitolina, sapete che la città di Siena ha il suo simbolo quasi identico al nostro? Sapete perchè? I fondatori dell' antica città di Senia, poi divenuta Siena, furono Senio ed Ascanio, figli di Remo, fuggiti da Roma dopo l' uccisione del padre da parte di Romolo. Ecco, ricordiamoci di queste cose quando torneremo a passeggiare per la nostra meravigliosa ed eterna città. Ad Maiora...

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Quando...

"Quando"
Quando torneremo a passeggiare per la nostra meravigliosa città, ricordiamoci che il Colosseo è un anfiteatro; che è stato costruito soltanto in otto anni,72 d. C. /80 d. C. Ingloba nella facciata duecentoquaranta archi, ottanta a piano. Quando andremo in visita ad Ostia antica, troveremo dei grossi contenitori a volte interrati; servivano a mantenere cibi molto apprezzati dai nostri avi, alimenti come frutta secca, olive, ma prevalentemente vino, si chiamano "Dolia"...quando saliremo sul Colle Campidoglio, uno dei sette colli di Roma, sede amministrativa degli uffici Comunali, troveremo una gigantesca statua equestre di Marco Aurelio; non è l' originale, quella si trova dentro gli adiacenti Musei Capitolini, ed è completamente in bronzo, una delle poche opere che si salvò dalla fusione per un motivo ben preciso, si pensava rappresentasse Costantino, personaggio sacro, da rispettare. Infine la lupa Capitolina, sapete che la città di Siena ha il suo simbolo quasi identico al nostro? Sapete perchè? I fondatori dell' antica città di Senia, poi divenuta Siena, furono Senio ed Ascanio, figli di Remo, fuggiti da Roma dopo l' uccisione del padre da parte di Romolo. Ecco, ricordiamoci di queste cose quando torneremo a passeggiare per la nostra meravigliosa ed eterna città. Ad Maiora...

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Maurizio...e la suora!

Oggi ci facciamo due risate...ma andiamo per gradi! Il termine "suora" deriva dal latino sörör, sororis...cioè sorella, ma forse lo sapevate già. A differenza delle monache, non vivono uno stato di clausura ma sono molto attive, si occupano principalmente di assistenza ad anziani ed ammalati, oppure investono le loro energie nell' educazione cristiana delle giovani generazioni; vi starete chiedendo, il nostro "Oracolo" non appartiene a nessuna delle tre categorie sopra menzionate! È vero. Ai tempi Riccardo e Maurizio stavano per entrare con un corposo gruppo in una delle quattro Basiliche Papali della città eterna, Santa Maria Maggiore, nel cuore di Roma. Le chiese principali sono sempre, diciamo problematiche, sia per un matrimonio imprevisto, un rosario particolare, insomma, i piani per visitare questi luoghi meravigliosi, potrebbe saltare facilmente. Prima di entrare con tutto il gruppone, il nostro Riccardo entra per controllare che sia tutto ok, il tempo di riuscire e dare via libera a Maurizio, che si trova davanti questa scena, magistralmente impressa in digitale da Fabrizio! La nostra ancella, protagonista di un accaldato rimprovero..." Lei non fa entrare i fedeli in chiesa " ammonisce la suora, con un attonito e sgomento Maurizio, che mai avrebbe immaginato tale accusa...noi che di fedeli, nelle chiese più belle e citate su libri sacri, ne avremo portati a migliaia da qualche anno a questa parte. Insomma, gli imprevisti sono sempre in agguato, lo sappiamo...ma una suora così agguerrita ed accalorata, non ci era mai capitata. 
Quante simpatiche e particolari storie durante le nostre passeggiate romane. Ad Maiora...

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Una notte da Papi

Il nostro caro Presidente, ultimamente fa sogni particolari, diciamo...in grande. Riccardo in questo post, viaggia in uno spazio temporale ben definito, raccontandoci aneddoti e curiosità che forse già sapete. Buona lettura.

Una notte da…Papi.

Mi capita spesso di sognare ultimamente. Ma questa volta ho superato veramente ogni record. Non ho mai approfondito molto questa mia particolarità, ma vivere un sogno che mi portasse a relazionarmi con grandi personaggi della storia, dico la verità, sarei rimasto volentieri dentro a quel fantastico mondo. Inizia tutto nel 1471 e va avanti per tredici anni, compressi in pochi minuti; sono Francesco Della Rovere, ma una volta eletto diverrò Papa Sisto IV. Vi è mai capitato di trovarvi ad incentivare la realizzazione di una meraviglia che milioni di visitatori ogni anno apprezzano dopo ore di estenuante fila? La Cappella Sistina, fino ad allora Cappella Palatina, vedrà l’ inizio dei lavori grazie a me, con artisti definiti “Quattrocentisti” che la faranno diventare un luogo unico, il fulcro della Cristianità nel mondo; arriverà ad arricchirla con il suo talento un giovane artista di nome Michelangelo. Avete mai visitato la Sistina dentro i palazzi Vaticani? Se la risposta è no fatelo, al più presto! A proposito, lo sapete che esiste una Cappella Sistina anche a Savona, accanto alla Cattedrale, sepolcro dei miei genitori? Non dimenticate, io sono il 212° Papa della chiesa Cattolica, sono Sisto IV. Quello del ponte, lo conoscete ponte Sisto, quello che feci restaurare per facilitare il passaggio dalla riva sinistra alla destra, ai pellegrini in arrivo nella Città Santa. Erano diretti alla Basilica di San Pietro. In un attimo faccio un viaggio temporale di una ventina d’anni e divento mio nipote, cioè il nipote di Francesco Della Rovere; ora sono Papa Giulio II, Giuliano Della Rovere. Dieci anni di pontificato, dal 1503 al 1513. Pensate che mi toglierò la soddisfazione di fondare i Musei Vaticani, sarò io a dare il là alla costruzione della nuova Basilica di San Pietro in Vaticano, dal 1506 in poi; che gusto che mi diede assoldare uno dei più grandi del Rinascimento Italiano. Michelangelo Buonarroti. Farò in modo che si portino avanti i lavori dentro la Cappella Sistina, il Buonarroti per la prima volta nei panni di pittore, dovrà abbellire la volta, coadiuvato da suoi validi collaboratori fiorentini. Ci vorranno quattro anni, dal 1508 al 1512. Diventerà un simbolo dei Palazzi Vaticani, nel mondo intero. Michelangelo tornerà dopo tanti anni in questi ambienti, il Giudizio Universale lo aspetta. La Pontificia Guardia Svizzera. Anche questa nel 1506, sarò io a volerla, con forza. Mi sarei fermato volentieri qui, secondo me nel periodo più bello e di maggior estro da parte degli artisti dell’ epoca. Il Rinascimento cambierà per sempre il volto di questa città, da allora diventerà un simbolo…la città eterna. Ora sono nel 1555. Anno nefasto per gli ebrei. Arriva Gian Pietro Carafa, Papa Paolo IV. Con lui terminerà la tolleranza che fino ad allora la chiesa aveva verso gli ebrei; una “Bolla Papale” istituirà il cosiddetto “Serraglio degli ebrei“. “Cum Nimis Absurdum“…poiché è assurdo, che gli ebrei abbiano gli stessi nostri diritti, passeggino tranquillamente in strada…poiché è assurdo! Incredibile. Inizierà una delle più grandi repressioni verso un popolo da parte della Chiesa Cattolica. Rinchiusi dentro un vero e proprio ghetto, controllati quando uscivano e quando entravano; dovevano essere riconoscibili ed identificabili. Costretti a partecipare alle messe, nella chiesa di San Gregorio ai quattro capi, davanti ponte Fabricio, anche detto appunto “ Pons Judaeorum “, uno dei ponti che collega la terra ferma alla meravigliosa Isola Tiberina, l’ altro è ponte Emilio, dal lato verso Trastevere. Mi sveglio. Dopo un viaggio a contatto con i grandi dell’ arte, mi devo alzare, rapidi preparativi, inizio a lavorare ad una nuova passeggiata. Forse sarà proprio la “Roma dei Papi”…chissà?Quanto è bella la mia città, quanta magia nella sua millenaria storia.

R.L.

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Ci mancate!!!

Ebbene si. Ci mancate immensamente! Dopo anni di emozioni vissute insieme, passeggiate alla scoperta della nostra meravigliosa città. Ci mancano gli "atavici", così come ci manca l' ultima iscritta sul nostro registro associati. I ragazzi della Sonica, sempre gentili e disponibili con noi per il noleggio delle audioguide. Aurora e la sua fantastica "Scuola Eureka". I poeti, sempre pronti e spiritosi. Le ricognizioni per organizzare visite nuove, il Tevere, i sette colli, le Basiliche, fulcro sacro della città eterna. Le dirette mattutine con il Tg Regionale con la super giornalista Rossella Santilli. Ci mancate, sappiatelo...compratevi scarpe comode, finito tutto metteremo alla prova la vostra resistenza. Buona quarantena a tutti. #Noistiamoacasa

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L' Egitto a Roma

Siete pronti a passeggiare con noi? Anzi, per dirla tutta, oggi seguiremo Maurizio e Fabrizio, il nostro reporter delle passeggiate culturali. Il prezioso "Oracolo" Maurizio, vedrebbe così, un sopralluogo nella Roma egizia. Buona lettura. Ad Maiora...

L’Egitto a Roma

Fabrizio mi chiede :” Maurizio, ma quel piedone in mezzo alla strada cos’è?” ed io :” ma quale piedone?”; mi volto, lo vedo e gli rispondo :” ah quello!.. è il così detto ‘Piè di Marmo’. Vedi, qui siamo dove sorgeva uno dei più grandi templi di Roma dedicato ad Iside e Serapide, due divinità importate dai romani a seguito della conquista dell’Egitto e proprio qui siamo in quello che i romani conoscevano come ‘Iseo Campense’; il nome deriva del fatto che il tempio sorgeva nel Campo Marzio e quel piede apparteneva ad una delle tante statue che lo decoravano. 
Una curiosità legata al ‘Piede’ è che prima si trovava in via Piè di Marmo e poi è stato spostato dove lo vediamo ora in via santo Stefano del Cacco per consentire il passaggio del corteo funebre che trasportava la salma del Re Vittorio Emanuele II dal palazzo del Quirinale al Pantheon, dove è tutt’ora sepolto. Il l’area dell’Iseo Campense era molto vasto 240X60 metri, i confini andavano dall’attuale chiesa di Santo Stefano del Cacco, dov’era il tempio, via di Sant’Ignazio, piazza di San Macuto, via del Seminario per poi ritornare, all’altezza di via delle Paste, verso via Piè di Marmo; ora lungo questo confine, troviamo la parte posteriore della biblioteca Casanatense e la chiesa di Santa Maria sopra Minerva. ‘Piè di Marmo’, che attualmente dicevamo si trova in via Santo Stefano del Cacco ossia nella zona prospiciente piazza del Collegio Romano, guarda la strada leggermente in salita e che, come tante altre collinette nel Campo Marzio, ha nel sottosuolo, resti di quello che era parte del tempio. Alla fine della salita, troviamo la chiesa di Santo Stefano del Cacco la cui parola Cacco deriva dal ritrovamento di una statua appartenente al Dio Toth, sotto forma di cinocefalo, che i romani del medioevo hanno scambiato per una scimmia, un macaco per la precisione, e dalla deformazione di macaco deriva la parola Cacco!!!
Molte cose che vediamo a Roma provengono da quest’area come i leoni alla base della Cordonata che porta al Campidoglio, i due leoni che decorano la Fontana dell'acqua Felice (angolo via XX settembre) e in Piazza San Marco la cosiddetta ‘Madama Lucrezia’, - che sembri rappresenti Iside o una sua sacerdotessa- una delle statue parlanti a cui il popolino oppresso dal potere dei Papi, affidava i fogli scritti delle proprie proteste.…E che dire della statuetta di una gatta in marmo murata sul primo cornicione all'angolo di palazzo Grazioli? Il palazzo si trova sull'omonima piazza Grazioli, e la statuina dà il nome a via della gatta.
Dall'Iseo e Serapeo Campense provengono inoltre gli obelischi di Piazza della Rotonda (la Piazza del Pantheon), Piazza della Minerva, Piazza dei Cinquecento e probabilmente anche l’obelisco di piazza Navona a Roma ed anche quelli portati nel XVIII secolo a Firenze ed Urbino.
Insomma Fabrizio, come puoi ben vedere, anche dietro un semplice piede di una statua c’è parte della storia di Roma”; il mio amico mi guarda come per dire :” ma io ti avevo chiesto solamente cos’era quel piede, non la storia intera di Roma!...ahò nun te se po’ chiede proprio niente a te………”

M.G.

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Raffaello Sanzio

Nella Basilica di Santa Maria ad Martyres, lo conoscete meglio come Pantheon. Proprio qui, in questa costruzione facente parte del " Patrimonio Unesco dei beni culturali ", fatto costruire da Marco Vipsanio Agrippa nel 27 a. C. fu sepolto Raffaello Sanzio. Ve lo ricordiamo oggi che è 6 Aprile, giorno della ricorrenza della sua nascita e morte. Urbino 6 Aprile 1483 - Roma 6 Aprile 1520. Morì a trentasette anni, dopo aver lasciato un segno indelebile in un periodo storico per Roma...il Rinascimento Italiano. Dal 1514, fu chiamato al posto del Bramante, per dirigere i lavori della "Fabbrica di San Pietro in Vaticano", lo fece insieme a Giuliano da Sangallo. Migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo, ogni giorno si recano in questo luogo unico, magnifico, per rendere omaggio al maestro Marchigiano. Ad Maiora...

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Una giornata ad Ostia antica

Siete mai stati ad Ostia antica con Riccardo e Maurizio? Se la risposta è no, a tempo debito dovrete subito rimediare! Un luogo unico, che ci racconta la vita dei nostri antenati. In questo racconto del nostro Riccardo invece, la sua esperienza personale, nel giorno di ricognizione visita di qualche anno fa insieme al nostro "Oracolo". Buona lettura...

Una giornata ad Ostia antica

Ho sempre amato questo sito archeologico. Mi ricorda i tempi di scuola, anche ora a distanza di anni, tanti anni. Andare ad Ostia antica con Maurizio, vuol dire scoprire ogni angolo di questa antica città, punto nevralgico dei più grandi scambi commerciali ed altrettanto via vai di carri ed anime. Arriviamo con la metropolitana che da Porta San Paolo arriva ad Ostia Lido, il Mar Tirreno…noi scendiamo prima, alla fermata di Ostia antica; pochi minuti a piedi ed eccoci, entriamo. Appena il tempo di varcare il cancello, Maurizio comincia a raccontare, a descrivere le tombe, i colombari, si chiamavano così perché hanno proprio la forma dei nidi dei colombi. Piccoli piccoli, uno attaccato all’ altro. Poi ci sono le tombe “importanti”, quelle più lavorate, marmi pregiati e lavorazioni che ricordano la persona, a volte anche il mestiere; si, avete capito bene, era una forma di rispetto ed i parenti erano fieri di loro. Le troviamo percorrendo la Via Ostiensis, il basolato romano che parte da Roma, ai piedi della Piramide Cestia possiamo ancora ammirarlo in tutto il suo splendore, ricco di storia ed aneddoti, dentro le mura Aureliane che cingono il Cimitero Acattolico. Le tombe dovevano essere posizionate prima di entrare in città, il fulcro sacro. Qui ad Ostia antica, si trovano prima di varcare la Porta Romana; grandiosa struttura che soltanto in parte è rimasta in piedi. Prima di entrare però, vengo attirato da una tomba particolare, ha una cura nella lavorazione che mi affascina! E’ una tomba strigilata dice Maurizio…ed io, strigi che? Sapete, ai tempi della scuola pensavo a fare il marpione con le ragazze, pensa se potevo vedè la tomba strigilata! A Roma dicesi marpione, un ragazzo che si atteggia a bello, che sfodera le armi migliori per attirare l’ attenzione della bella della classe, insomma, per me la bella aveva capelli lunghi biondi ed occhi chiari, pelle tipo pesca e…insomma, una fata…sono sicuro che vi chiederete come andava a finire? Che io non vedevo la tomba strigilata, e la bionda mozzafiato con la pelle tipo pesca non vedeva me! Che amarezza, torniamo da Maurizio che è meglio. Lo strigile era un antico strumento con cui i nostri avi si detergevano, soprattutto dopo le fatiche sportive, una specie di falcetto arcuato, ricordiamoci sempre che le docce come le nostre ancora non esistevano. Superiamo Porta Romana, ora stiamo calpestando il Decumano Maximo, così viene definito il viale principale della città, una grande via che arriva ad incrociare il Cardo Maximo, un’ altra grande direttrice viaria, al cui incrocio con il Decumano forma il “Castrum”, il quartier generale militare, il punto più importante e nevralgico di tutta Ostia antica. Appena entrati nella grande porta, notiamo una grande fontana, un abbeveratoio; Immaginate la strada che dovevano fare con i carri trainati da animali, e quanta sete dovevano avere quelle povere bestie. Questa era la prima tappa, obbligatoria per non perdere quei fedeli colleghi di fatiche immani. Una volta riprese le forze, si andava a caricare o viceversa il materiale. Una serie di tabernae, una specie di nostri mercati generali, dove si vendeva, si conciavano pelli, insomma gli artigiani che si incontravano erano tanti dice Maurizio. Immaginare il gran via vai per noi è facile, anche se a vederla oggi, dobbiamo lavorare molto con la fantasia. Ci aiutano delle immagini che abbiamo con noi, che ci fanno vedere com’ era prima, così è tutto più chiaro! Arriviamo in un grande piazzale…davanti al teatro. Piazzale delle Corporazioni. Qui avveniva una sorta di fiera, i commercianti promuovevano le loro società, sia che si trattasse di trasporti navali, sia che le merci fossero create da artigiani dell’ epoca. Un grande traffico umano ed animale. Molto spesso, quasi sempre legato al mondo marittimo, trovandoci sulla bocca del fiume…”Ostium” questo vuol dire Ostia, bocca del fiume, foce del Tevere. Maurizio ha la stessa carica di quando siamo arrivati, io invece inizio ad essere stanco, il sole inizia a farsi sentire sulla pelle, ma che bello questo posto! Quando ci venivo con la scuola non era così; o meglio, ero io che non capivo quanto fosse bello questo posto, un luogo che ci racconta la storia di Roma, è legato a filo strettissimo con la città, anche perché questa era una grande città, non come Roma, ma comunque un sito strategico, sia commerciale che militare. Per pranzo ci siamo portati un panino; io lo mangio in un attimo, Maurizio tra un boccone e l’ altro continua a parlare, mi racconta…teatro è diverso da anfiteatro, quel “anfi” ti spiega tante cose! L’ Anfiteatro sono due teatri messi uno davanti all’ altro, infatti la radice è anfi che vuol dire doppio, ma anche tutto intorno, infatti quando andremo dentro l’ Anfiteatro Flavio, il Colosseo, potremo girare a 360° dentro, qui nel teatro no. Teatro ed Anfiteatro, capito? Guardo in lontananza, una struttura moderna, che dici Maurì, ci andiamo a prendere il caffè, o mi vuoi fare un simposio pure sulla scoperta del caffè? Sai nell’ antica Roma il caffè…sìììì ciao Maurì, ci vediamo al bar!

R.L.

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Gian Lorenzo Bernini

Ma voi lo sapete che Gian Lorenzo Bernini per più di cinquant'anni, fu l' architetto capo della Fabbrica di San Pietro in Vaticano? Dal 1629 al 1680; non fu affatto facile per lui, anzi. Lo ricolleghiamo automaticamente con il baldacchino e con il colonnato che abbraccia i fedeli quando arrivano in Piazza San Pietro, ringraziandolo ancora oggi per averci donato tanta meraviglia. Per il baldacchino per esempio, il Pontefice dell' epoca Urbano VIII, gli chiese di "unire" il cuore della chiesa con il prolungamento voluto da Carlo Maderno, non dimentichiamo che la navata centrale misura più di ottanta metri. La posizione migliore per il baldacchino era dentro l' abside, per una chiesa a croce romana come San Pietro, ma il Bernini trovò una soluzione geniale, posizionandolo davanti alla grandiosa abside, sopra alla tomba dell' Apostolo Pietro. Una struttura maestosa, imponente, che allo stesso tempo non coprisse l' abside. Insomma, la Basilica di San Pietro, grazie a Gian Lorenzo Bernini può vantare due altari maggiori, uno davanti all' altro. Per questo ed altri motivi la potremmo definire una chiesa da record. Una delle quattro Basiliche Papali della città eterna. Ad Maiora...

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