Una giornata ad Ostia antica
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Siete mai stati ad Ostia antica con Riccardo e Maurizio? Se la risposta è no, a tempo debito dovrete subito rimediare! Un luogo unico, che ci racconta la vita dei nostri antenati. In questo racconto del nostro Riccardo invece, la sua esperienza personale, nel giorno di ricognizione visita di qualche anno fa insieme al nostro "Oracolo". Buona lettura...
Una giornata ad Ostia antica
Ho sempre amato questo sito archeologico. Mi ricorda i tempi di scuola, anche ora a distanza di anni, tanti anni. Andare ad Ostia antica con Maurizio, vuol dire scoprire ogni angolo di questa antica città, punto nevralgico dei più grandi scambi commerciali ed altrettanto via vai di carri ed anime. Arriviamo con la metropolitana che da Porta San Paolo arriva ad Ostia Lido, il Mar Tirreno…noi scendiamo prima, alla fermata di Ostia antica; pochi minuti a piedi ed eccoci, entriamo. Appena il tempo di varcare il cancello, Maurizio comincia a raccontare, a descrivere le tombe, i colombari, si chiamavano così perché hanno proprio la forma dei nidi dei colombi. Piccoli piccoli, uno attaccato all’ altro. Poi ci sono le tombe “importanti”, quelle più lavorate, marmi pregiati e lavorazioni che ricordano la persona, a volte anche il mestiere; si, avete capito bene, era una forma di rispetto ed i parenti erano fieri di loro. Le troviamo percorrendo la Via Ostiensis, il basolato romano che parte da Roma, ai piedi della Piramide Cestia possiamo ancora ammirarlo in tutto il suo splendore, ricco di storia ed aneddoti, dentro le mura Aureliane che cingono il Cimitero Acattolico. Le tombe dovevano essere posizionate prima di entrare in città, il fulcro sacro. Qui ad Ostia antica, si trovano prima di varcare la Porta Romana; grandiosa struttura che soltanto in parte è rimasta in piedi. Prima di entrare però, vengo attirato da una tomba particolare, ha una cura nella lavorazione che mi affascina! E’ una tomba strigilata dice Maurizio…ed io, strigi che? Sapete, ai tempi della scuola pensavo a fare il marpione con le ragazze, pensa se potevo vedè la tomba strigilata! A Roma dicesi marpione, un ragazzo che si atteggia a bello, che sfodera le armi migliori per attirare l’ attenzione della bella della classe, insomma, per me la bella aveva capelli lunghi biondi ed occhi chiari, pelle tipo pesca e…insomma, una fata…sono sicuro che vi chiederete come andava a finire? Che io non vedevo la tomba strigilata, e la bionda mozzafiato con la pelle tipo pesca non vedeva me! Che amarezza, torniamo da Maurizio che è meglio. Lo strigile era un antico strumento con cui i nostri avi si detergevano, soprattutto dopo le fatiche sportive, una specie di falcetto arcuato, ricordiamoci sempre che le docce come le nostre ancora non esistevano. Superiamo Porta Romana, ora stiamo calpestando il Decumano Maximo, così viene definito il viale principale della città, una grande via che arriva ad incrociare il Cardo Maximo, un’ altra grande direttrice viaria, al cui incrocio con il Decumano forma il “Castrum”, il quartier generale militare, il punto più importante e nevralgico di tutta Ostia antica. Appena entrati nella grande porta, notiamo una grande fontana, un abbeveratoio; Immaginate la strada che dovevano fare con i carri trainati da animali, e quanta sete dovevano avere quelle povere bestie. Questa era la prima tappa, obbligatoria per non perdere quei fedeli colleghi di fatiche immani. Una volta riprese le forze, si andava a caricare o viceversa il materiale. Una serie di tabernae, una specie di nostri mercati generali, dove si vendeva, si conciavano pelli, insomma gli artigiani che si incontravano erano tanti dice Maurizio. Immaginare il gran via vai per noi è facile, anche se a vederla oggi, dobbiamo lavorare molto con la fantasia. Ci aiutano delle immagini che abbiamo con noi, che ci fanno vedere com’ era prima, così è tutto più chiaro! Arriviamo in un grande piazzale…davanti al teatro. Piazzale delle Corporazioni. Qui avveniva una sorta di fiera, i commercianti promuovevano le loro società, sia che si trattasse di trasporti navali, sia che le merci fossero create da artigiani dell’ epoca. Un grande traffico umano ed animale. Molto spesso, quasi sempre legato al mondo marittimo, trovandoci sulla bocca del fiume…”Ostium” questo vuol dire Ostia, bocca del fiume, foce del Tevere. Maurizio ha la stessa carica di quando siamo arrivati, io invece inizio ad essere stanco, il sole inizia a farsi sentire sulla pelle, ma che bello questo posto! Quando ci venivo con la scuola non era così; o meglio, ero io che non capivo quanto fosse bello questo posto, un luogo che ci racconta la storia di Roma, è legato a filo strettissimo con la città, anche perché questa era una grande città, non come Roma, ma comunque un sito strategico, sia commerciale che militare. Per pranzo ci siamo portati un panino; io lo mangio in un attimo, Maurizio tra un boccone e l’ altro continua a parlare, mi racconta…teatro è diverso da anfiteatro, quel “anfi” ti spiega tante cose! L’ Anfiteatro sono due teatri messi uno davanti all’ altro, infatti la radice è anfi che vuol dire doppio, ma anche tutto intorno, infatti quando andremo dentro l’ Anfiteatro Flavio, il Colosseo, potremo girare a 360° dentro, qui nel teatro no. Teatro ed Anfiteatro, capito? Guardo in lontananza, una struttura moderna, che dici Maurì, ci andiamo a prendere il caffè, o mi vuoi fare un simposio pure sulla scoperta del caffè? Sai nell’ antica Roma il caffè…sìììì ciao Maurì, ci vediamo al bar!
R.L.