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Passeggiando per il Ghetto

Siete pronti? Oggi si va a passeggio con il nostro "Oracolo"...Maurizio per chi ancora non lo conoscesse, ma nutriamo forti dubbi in merito! Tutto il mondo conosce colui che conosce tutta Roma! L' aria è tersa, la temperatura ottimale, allora forza , gambe in spalla e...buona lettura.

Passeggiando per il ghetto

Siamo nel Rione Sant’Angelo, ho appena finito di estasiarmi davanti al grandioso portale d’accesso del portico di Ottavia. Dall’antica descrizione del ghetto, mi aspetto di trovarmi in un dedalo di viuzze su cui insistono edifici fatiscenti ed invece, vedo edifici del XIX Secolo e vie abbastanza larghe su cui domina la Sinagoga. Ma il vecchio ghetto che fine ha fatto? Partiamo dall’inizio: la comunità ebraica di Roma è la più antica al di fuori della Palestina, i primi ebrei a Roma furono portati come prigionieri dopo le guerre condotte da Pompeo in Palestina a metà del I Sec. a.C. e vennero stanziati a Trastevere dove costruirono le prime Sinagoghe; in seguito, tra il XIII ed il XIV Sec. - migrarono nel Rione Sant’Angelo. La comunità ebraica fino agli inizi del XIII Sec. non ebbe problemi di convivenza con il resto della popolazione, ma tutto cambiò con l’elezione di Innocenzo III Lotario dei conti di Segni che convocò il IV concilio lateranense nel 1216 e sancì che “ gli Ebrei viventi nei paesi Cristiani portino come contrassegno una rotella di stoffa gialla cucita sulla parte sinistra del petto”. Da quel momento per la comunità ebraica iniziò un lunghissimo periodo di persecuzioni. Altra data cardine fu il 1555, anno in cui il Papa Paolo IV Carafa che con la bolla ‘ Cumnimis absurdum ‘ (…‘ Poiché è oltremodo assurdo…’ ) creò un territorio di ristrettissime dimensioni, abitato esclusivamente da ebrei conosciuto come ‘ Serraglio degli ebrei ’. Poi, dalla zona di Venezia limitrofa alla fonderia in cui si effettuava la gettata di metallo fuso e più precisamente il territorio dove vivevano gli ebrei veneziani, nasce il termine ‘ghèto’ che arriverà a noi come ‘ ghetto ’.
Il Pontefice ordinò che il serraglio avesse solamente tre porte d’ingresso, aperte dall’esterno, controllate dalla guardie pontificie. Le condizioni di vita erano disagiate al massimo, non c’erano i muraglioni del Tevere cosi ché le case prospicienti al fiume, erano in balia delle piene, a differenza di chi abitava verso il portico d’Ottavia più tutelato. La vita all’interno era comunque molto dura,tanto da portare alcuni pontefici a costruire altre porte di accesso e, con grande magnanimità anche una fontana subito al di fuori del serraglio ( quella che oggi vediamo spostata a piazza delle 5 scole ), a cui si poteva attingere acqua. Altra crudeltà che gli ebrei fronteggiavano tutelandosi con tappi di cera per le orecchie, era l’imporre loro di ascoltare la messa il sabato, nelle chiese limitrofe al ghetto che erano San Gregorio ai quattro capi, Sant’Angelo in Pescheria e il tempietto del Carmelo, il tutto fino al 1870, anno in cui con l’annessione di Roma, venne distrutto il fatiscente ghetto e venne urbanisticamente creata la zona che vediamo oggi. Nel 1904 è inaugurata la bellissima Sinagoga.

M.G.

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diario di bordo #2

In questo periodo dove non possiamo uscire liberamente come facciamo di solito, stiamo intensificando le pubblicazioni, per stare insieme a voi ancora di più. Da ieri abbiamo lanciato la rubrica " Diario di bordo ". Racconti, storie, riflessioni su Roma nostra. Oggi è la volta di Maurizio, il nostro " Oracolo ". Buona lettura...

" Il Tevere, il fiume sacro della città eterna "

Non senza motivo gli dei e gli uomini scelsero questo luogo per fondare la 
città. Colli oltremodo salubri, un fiume comodo attraverso il quale trasportare i 
prodotti dell'interno e ricevere i rifornimenti marittimi; un luogo vicino al mare quanto basta per sfruttarne le opportunità ma non esposto ai pericoli delle flotte straniere per l'eccessiva vicinanza al centro dell'Italia, adattissimo per l'incremento della città; la stessa grandezza di quest'ultima ne è la prova. Questo scrive Livio a riguardo della posizione geografica di Roma. Il fiume è sempre stato considerato fondamentale per Roma tanto che Servio, vissuto tra il IV ed il V secolo d.C.,sostenne addirittura che sia stato il nome antico del Tevere, "Rumon" o "Rumen" (la cui radice deriva da "ruo", ovvero "scorro") a dare il nome alla città, per cui il significato sarebbe ‘Città del Fiume’. L ’aspetto ancora più propizio alla città consisteva che fosse stata edificata in un punto strategico del Tevere. Infatti la distanza dalla foce di 30 km consentiva da una parte un veloce collegamento con il mare per il commercio delle merci, dall’altra la mancanza della necessità di difendere la città anche dal mare. Inoltre il primo nucleo si era insediato proprio nelle vicinanze dell’isola Tiberina, l’ultimo guado percorribile prima della foce, il luogo ideale per ogni tipo di mercato e per l’incontro di culture. Infine la città godeva anche della vicinanza delle saline 
presenti a Fiumicino: il sale era una preziosa sostanza nell’antichità per la conservazione degli alimenti. Non a casa veniva usato come mezzo di pagamento per le remunerazioni, da qui l’origine della parola “ salario “.

M. G.

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le alluvioni a roma

Quanti di voi, saranno passati indifferenti, davanti alle molteplici tabelle in marmo, sparse qua e la nel centro storico di Roma, quanti invece avranno cercato di capire, il significato di quanto raccontano queste epigrafi? Le alluvioni e le piene del fiume della città eterna. Iscrizioni in latino, che descrivono quanto accadde nel corso degli anni. Tantissime, alcune più nefaste di altre. La targa più antica è datata 1277, si trova in prossimità di Castel S. Angelo, sotto l' Arco dei banchi, una delle ultime invece, prima che venisse iniziata la costruzione dei muraglioni di cinta del Tevere, si trova in Piazza della Minerva, proprio accanto la Chiesa di S. Maria della Minerva...la data riporta Dicembre 1870. La storia di Roma, legata a filo stretto con il suo fiume sacro...il Tevere.

conosciAmo Roma

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ponte sisto

Ponte Sisto. Completamente ricostruito per volere di Papa Sisto IV. Era molto importante collegare la riva sinistra alla destra. Soprattutto per i pellegrini. Quanto mai utile, prima del nuovo Anno Santo. Parliamo del periodo che va dal 1473 al 1475, anno di grande festa per la Chiesa, proprio per l' arrivo dell' Anno Santo. I lavori iniziano il 29 Aprile del 1473. In quel punto, un ponte era già stato costruito. Pensate un po, da Marco Aurelio Severo Antonino...se vi diciamo l' Imperatore Caracalla forse è meglio. Tra il 211 ed il 217 d. C. A Trastevere aveva dei possedimenti, ecco il motivo. Torniamo a quel 29 Aprile, quando Sisto IV Della Rovere, pone la prima pietra per la nuova costruzione, portava inciso il suo nome, ed insieme inserirà alcune monete d' oro con la sua effigie. Un rito propiziatorio e beneaugurante. Il Pontefice d' altronde, voleva rimanere fedele all' etimologia del suo incarico...alla pari dei sacerdoti dell' antica Roma, lui ora è un " Pontifex ", cioè colui che costruisce e cura la manutenzione dei ponti sul Tevere. Ultima curiosità...sapete tra gli altri, chi finanziò i lavori? Le donne " Curiali ". Le meretrici. Insomma...si tassarono le prostitute. Definite curiali perchè per esercitare il mestiere più antico del mondo, dovevano ottenere una licenza dalla curia. Ad Maiora. Buone passeggiate romane a tutti.

conosciAmo Roma

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